«Vi chiedo di continuare, di estendere gli scioperi, senza cedere alle intimidazioni» ha detto Svetlana Tikhanovskaya, la candidata anti-Lukashenko rifugiata in Lituania in un nuovo video diffuso su YouTube e di cui dà notizia l’agenzia russa Tass. «Il futuro della Bielorussia, che significa anche il futuro dei nostri figli, dipende dalla vostra unità e dalla vostra determinazione». Tikhanovskaya ha insistito sugli obiettivi della protesta: «La fine delle violenze, il rilascio dei prigionieri politici ed elezioni trasparenti, libere e giuste».
Sono passate due settimane dalle elezioni in Bielorussia e, dopo le marce per la libertà che hanno coinvolto anche ieri centomila persona a Minsk per richiedere libere e trasparenti elezioni, siamo ancora in una situazione di stallo.
Settemila sono i manifestanti arrestati nelle proteste di piazza e da oggi il Premier Lukashenko potrebbe dare avvio ai propositi di chiusura delle fabbriche in cui si sciopera con l’obiettivo di dividere i lavoratori.
Il confronto che si sta svolgendo nel paese si riproduce nelle dichiarazioni dei leader mondiali, in particolare tra Vladimir Putin e prima Charles Michel, Presidente del Consiglio Europeo, e poi Emmanuel Macron che dice chiaramente che «non si vuole assistere a una replica della crisi in Ucraina ed è necessaria una transizione democratica e inclusiva». «Un dialogo fra le autorità, l’opposizione e la società civile è indispensabile» ha spiegato Macron. «Auspichiamo che questo dialogo possa essere intavolato dai bielorussi. Ma l’Unione europea è pronta comunque ad accompagnarlo, se il nostro ruolo di mediazione può essere utile e voluto dai bielorussi, con altre istituzioni, come l’Osce, e includendo la Russia in questo dialogo».
Ancora una volta è in gioco la democrazia proprio ai confini dell’UE. Le ACLI non possono che schierarsi dalla parte dei popoli che chiedono a chi ha la responsabilità di governo di garantire elezioni trasparenti e giuste, e garanzie per chi promuove un’alternativa politica. Quello che sta succedendo in Bielorussia ci anima nel continuare a manifestare per difendere lo stato di diritto dove questo viene visto come un intralcio nella gestione di potere di chi governa.
Matteo Bracciali
Vicepresidente FAI