Sono una calligrafa creativa, prigioniera in casa. Prima dell’emergenza avevo tanti progetti da realizzare con l’arrivo della bella stagione: la primavera.
Oltre ai miei corsi di Bella scrittura Antica e Moderna, avevo programmato corsi di riciclo della carta da decoupage a book folding (sculture di carta con i vecchi libri) perché non mi piace l’idea che tanti alberi siano morti per essere gettati nel cestino solo perché dei fogli si sono ingialliti.
I miei workshop da svolgere in ufficio e all’aria aperta, per offrire un’occasione da condividere come esperienza artistico-sensoriale con un approccio sostenibile verso l’ambiente.
Avevo già tutto pronto, preparare la carta piantabile, erbari, libri fatti a mano, cartoline creative con tecniche miste e calligrafia in fiore (realizzata assembrando fiori).
Tutto è rimasto in disparte ma è pure vero che niente si distrugge ma tutto si trasforma e ciascun progetto, seppur trascorsi 15 anni, può in futuro riservarsi sempre utile.
Da un giorno all’altro mi sono ritrovata in isolamento forzato. Seduta sul mio letto senza aver nulla da fare, le mie ore non erano più scandite tra impegni e viaggi di rientro a casa.
Guardo incantata il vuoto, ancora un po’ stordita dal sonno, non mi sembra vero di non dover ripassare e preparare la lezione di Calligrafia di stasera, un nuovo corso che inizia oggi, ma che non si fa più.
Sulla scrivania ho già pronte le boccette di inchiostro colorato per i miei corsisti, alla prima lezione mi piace dare a ciascun partecipante un kit di lavoro, le carte, i cannelli e vari pennini per ciascuno stile calligrafico, in modo tale che ciascuno possa intraprendere insieme a me un bellissimo viaggio attraverso il mondo antico e dell’arte della scrittura.
Mi ridesto nella mia nuova realtà e mi decido ad alzarmi, raggiungo la cucina dal corridoio spassionata e frastornata, ora che non sono più di fretta, la casa mi sembra diversa,forse invecchiata, non ricordavo le pareti avessero questi colori così spenti.
In cucina il sole è già alto, la primavera sta arrivando con passo leggero, apro la porta finestra del mio balcone e sento il calore dei raggi che si appoggiano delicatamente sul mio viso mentre una brezza fresca si fa sentire in modo pungente, è ancora presto per le temperature calde, si sa marzo è pazzerello.
Guardo lungo la strada ma neanche un’anima in giro, si sente in lontananza un uccellino canticchiare ma non ci tiene manco per un po’ ad avvicinarsi a questa via desolata.
Nel silenzio assoluto voglio fare una foto col mio smartphone per immortalare un momento della mia vita che ricorderò per sempre, io c’ero, in quello scenario incredibile.
È vietato uscire di casa, se non per necessità, come se solo la libertà non fosse un bisogno primario per non soffocare dentro.
Rientro dentro al calduccio e mi butto sul divano per vedere com’è uscita la foto, ho ritratto tutto, il senso di vuoto, il grigiore della situazione tragica, ma manca qualcosa, il silenzio no quello non si può immortalare.
Mi prende così bruscamente un bruciore allo stomaco, indescrivibile, come un grumo di sensazioni misto rabbia, amarezza, delusione, sconfitta. La nostra mente è molto strana, è incredibile la nostra creatività, chissà perché quando si è profondamente tristi spunta fuori dalle meningi e ti spinge a muoverti, come se volesse spronarti a non far morire il tuo fuoco dentro.
In quel momento assalita da una profonda confusione, non riuscendo a sfogare in lacrime amare, iniziano a farfugliarmi parole nella mente, una dietro all’altra e le devo scrivere in fretta, subito, prima che fuggano via, quindi di corsa prendo carta e penna e scrivo una poesia in 2 minuti, di getto.
Affascinante quanto si sia ispirati nei momenti più bui, la rileggo a bassa voce sufficientemente soddisfatta di me stessa sento che ho ancora altro da poter fare rinchiusa.
Metto su un po’ di energia con la colazione, non facevo una colazione come si deve da mesi, la mattina presto si esce con un caffè corto della macchinetta e via fuori casa per arrivare a lavoro in orario affrontando il traffico imbottigliante con i mezzi pubblici.
Che stress, non arrivano mai in orario e se arrivano sono già pieni di persone di ogni tipo. Ma oggi non devo più sentire odori e schiamazzi. È il primo giorno di prigionia, in genere vado a ballo latino alle 19, amo andare a ballare, stacco dal mondo e mi rigenero oltre a fare movimento, è proprio liberatorio, ma la mia libertà è stata levata per colpa di un virus a cui non importa cosa ci piace, che passioni abbiamo, se dobbiamo incontrare i nostri cari o se abbiamo impegni di lavoro o aperitivi con amici organizzati da settimane. No, lui non guarda in faccia a nessuno, vuole solo vivere alle spalle di noi umani, chiunque sia, esseri talmente ingegnosi e talentuosi da rovinarsi da sè e ricorrere all’ultimo minuto ai ripari estremi per sopravvivere.
Perciò noi siamo nelle nostre carceri a deprimerci perché la nostra vita si è completamente annullata, niente più rapporti sociali, uscite di gruppo, i weekend all’avventura tra escursioni e passeggiate, perciò addio passioni, amici, affetti e soprattutto soldi, tutto si ferma, vite in sospeso, perché ci ripetono che se ORA saremo bravi, pazienti e rispetteremo le regole igieniche e sanitarie andrà tutto bene.
Si, andrà tutto bene ma intanto noi umani, che in questo momento siamo disperati, combinavamo batteri creando virus pericolosi per un intero popolo di 7 miliardi nessuno escluso, imprigionavamo noi la vera padrona della terra, la natura, bruciando ogni verde, uccidendo a piacimento gli abitanti veri, quelli più indifesi, confinandoli a piccoli spazi ancora più ristretti, non rasi al suolo e ora finalmente liberi da noi umani hanno ripreso a vivere, ora sono liberi di circolare anche se per un breve tempo di tre mesi.
Già mi immagino non appena riandranno tutti in giro e si intensificheranno i lavori nelle fabbriche, come si dice mors tua vita mea, faremo fuori fauna, flora e ghiacciai in un attimo, per la nostra stupida sete di onnipotenza fino a quando un minuto prima ci si straziava dalla paura per non morire infettati e rispettando le regole tra guanti, amuchina, alcool e mascherine, come se non esistesse già prima il rispetto.
Il rispetto per quello che è più grande di noi e che non è nostro: il pianeta, la natura, la vita, mentre le ricerche sono ben accolte se si fanno per migliorare lo stato attuale non per peggiorarlo, e se si fanno nel rispetto di qualsiasi forma di vita, QUALSIASI ESSA SIA.
Nel mio piccolo ho sempre tenuto una buona condotta: la raccolta differenziata ben seguita, in strada non getto nulla se non nei cestini appositi.
Amo stare all’aria aperta, ma ora che non posso fare le lezioni di Calligrafia o le mie passeggiate pomeridiane, mi devo reinventare il mio tempo, se posso scrivere in 2 minuti una poesia, che cos’altro posso fare?
A mente chiusa non si può ragionare bene, la negatività non fa bene. Quando ero piccolina mia zia, buon’anima maestra d’asilo, mi fece sedere per terra, gambe incrociate come un’indianina e mi disse di chiudere gli occhi, io chissà quale sorpresa mi aspettavo e invece partì una melodia bellissima, i suoni della natura riprodotti in una cassetta, e mi è rimasto impresso e per ritrovare la pace interiore ricorro sempre a questo, per equilibrare i sensi, e così ho fatto.
Ho pure scoperto che per aiutarmi a questo esiste una posizione Yoga detta malasana, fatta ogni giorno per 5 minuti stende corpo e la mente, ricopio l’immagine della posizione e chiuso gli occhi. Quando li riapro, ho già mille idee per la testa, tanto non c’è fretta, il tempo per mesi scorrerà lentamente quindi io resto a casa e posso fare qualsiasi cosa, che sia pulire da cima a fondo casa, risistemarla o leggere libri, tanti libri. Si! La sera mi rilasserò così.
Una cosa utile della tecnologia? Il kindle. La libreria ha chiuso bottega e la biblioteca ha chiuso le porte? Bene siamo nel 2020 esiste una marea di libri online, che fortuna! Un sacco di libri di scienza: le energie lunari, solari e gli effetti sulla terra; erboristeria: un sacco di ricette salutari e naturaliste utili all’organismo o proprietà di frutta e piante per una dieta sana o addirittura come interagire attraverso la natura, sapendo usare i prodotti che ci offre madre terra, come il miele, le pietre, le essicazioni e fumigazioni, pazzesco diventerò una streghetta verde!
Giorni prima della prigionia per la prima volta al supermercato mi girò per la testa di acquistare una cinquantina di sementi, dai fiori selvatici, i fiordalisi, le viole del pensiero e altri vari, perfino fragole, così mi decido, è tempo di fare la giardiniera.
Leggo le istruzioni, invaso tutti i semini e li innaffio un po’. Il sole già li abbraccia, la natura farà il suo corso, mi basterà semplicemente attendere la fioritura.
Sotto casa ci sta un altro appartamento, mentre sto seduta a pensare cos’altro fare, sento le voci dei bambini dei miei vicini che litigano con forza, uno adolescente, l’altro una bambina di 9 anni.
È vero le scuole sono chiuse, lo studio è diventato un diritto di secondo ordine e senza i genitori a casa, entrambi lavoratori, nessuno sta dietro a loro ad educarli o per farli studiare. Idea! Ci penso io tanto non ho nulla da fare, posso guardarli io.
Lo propongo alla madre, che felicissima accetta immediatamente, non rientrando entrambi dai loro lavori nella categoria smartworking e non potendo affidarli a nessuno lasciandoli in autogestione per tutte quelle ore, accoglie la proposta con molto piacere.
Allora inizio subito col fare da baby-sitter, una marea di compiti arretrati a scadenza, ok mettiamoci a lavoro, istruzione e controllo della situazione.
Con due caratteri diversi è difficile tenere entrambi a bada e fargli fare i compiti per la scuola in tempo. Trovando qualche modo per non farli stancare troppo e non farli annoiare, stabilisco un orario di pausa studio. Con i miei allievi ai corsi qualcuno sì è piccolino, dagli 8 anni in su, ma viene appositamente per seguire le mie regole di esercizio di studio calligrafico, mentre qui essere seguita con diligenza senza fare storie è buffo.
Alla tv dicono che ci sarà il bonus baby-sitting, una domanda da fare online sul sito INPS.
Un macello per capire le modalità, senza parlare della lentezza per ogni pagina da aprire, mille passaggi e tentativi: il giorno in cui è possibile fare la domanda il sito va in tilt, dati anagrafici scombinati, call center intasati che non sono d’aiuto. Un incubo digitale.
In tv propinano a gran voce, 600 euro di bonus per le baby-sitter e poi invece sono 400 miseri, nonostante tu ci sia stata con loro ogni giorno in pratica tutta la giornata senza poter dedicare tempo ad altro. Sempre la solita italianata. Ma vabbè di questi tempi in cui non si può evadere manco un secondo, intanto resto a casa e me la faccio piacere così. Almeno ogni giorno ho qualcosa da fare a tempo pieno assicurato.
Con aprile, un mese di prigionia è andato. Ancora nessuna libera uscita e niente lezioni di ballo, calligrafia, a parte baby-sitting sotto casa ogni giorno.
Io resto a casa, perciò in un mese ho provato mille ricette dolci e salate, dalle tradizionali culurgiones, ispardulas (dolci pasquali), alle classiche della cucina italiana.
Sono lievitata 6 kg e senza poter fare più movimento mi sento di ruggine! Allora riprendo tutti i passi di ballo con le musiche da Youtube, non è come andare in palestra ma almeno la memoria e il corpo vanno!
Le ore libere sono organizzate tra natura, lettura, creatività, movimento e relax, in più la notte la dedico al cinema, ho l’abbonamento a Netflix, fantastico per poltrire.
Il mese scorso nei weekend era un appuntamento imperdibile affacciarsi balcone, tutti sono stati invitati a farsi sentire per cantare, ballare, fare musica tutti assieme, come se tutto fosse normale. Io inizialmente mi sono detta “mi oppongo!”, che vergogna, perché dovrei urlare in strada, non so manco tutti i versi di una canzone, però è sabato, sono le 18.30, è ora di stare al balcone, facciamo in fretta questa pagliacciata.
Rossa dalla vergogna, con i vicini non ho confidenza, solo un “buongiorno, come stai, arrivederci e buonasera”, eppure nei balconi ci stanno già tutti, sorridenti, come se fosse l’ora d’aria.
Si cerca di farsi forza, di regalarsi sorrisi per non crogiolarsi troppo nella brutta situazione. Si canta e io so solo 5 parole del testo, scoppio a ridere, situazione buffissima ma come gli altri canto ad alta voce, urliamo, ci dimeniamo presi dalla foga e dal divertimento.
Al contrario delle mie aspettative è stato molto positivo e ora con i vicini ci scambiamo battute, ridiamo a distanza…è straordinario, avevo perso i rapporti umani pensando solo a correre per guadagnare soldi per sopravvivere.
Ciò che mi manca di più è il mio lavoro, la mia passione, la mia arte, in casa siamo tutti artisti, almeno dalla parte materna, quindi creare o fare arte equivale a respirare, libertà.
È importante avere continui stimoli, pure per lo scrivere. Un calligrafo è un pittore a parole, gli inchiostri attraverso i pennini che intagliano la carta colorano il foglio ricamando sopra una trama scritta e il calligrafo, per poter ottenere un buon risultato in quello che fa, ha bisogno di esercitarsi sempre, tanto e raccogliere idee dal pensiero di un altro, dall’osservare la vita, il quotidiano e il contatto umano.
Ancora prigioniera in casa, non potendo più mettere a disposizione la mia arte, che faccio?
Mi esercito ok, ma restando a casa non interagisco con nessuno, un po’ scoraggia la vena artistica che è sempre affamata di vita e di curiosità la più vorace.
Perciò mi dico, nel 2020 con gli smartphone magari posso creare contatti anche in questo modo e restando a casa ho conosciuto tante di quelle idee illuminanti, anche le più piccole e semplici, dai blog ai social.
Ogni artista ha fatto vedere il proprio talento e le proprie opere, alcuni hanno mostrato come fare e hanno invitato a riprodurle a casa; altri hanno utilizzato le dirette, chi ha regalato il proprio sapere inoltrando i pdf e chi ha fatto in diretta lezioni online, mentre altri hanno organizzato iniziative su carta da lettera per inviarsi le proprie arti da sconosciuto a sconosciuto.
Favoloso, una rete di contatti immensa di sconosciuti, distanti in tutta Italia, che mettono a nudo sui social sè stessi e si offrono al prossimo, chiunque sia, per avere un riscontro, per invogliare gli altri ad agire e scoprire interessi.
Penso di dover fare pure io del mio: su Instagram inizio a postare le mie creazioni e, nelle storie da 24h, pubblico mini-video o immagini dei miei esercizi.
Come per magia le visualizzazioni salgono a 3600 follower, ricevo messaggi privati dove si complimentano per il mio operato, tante persone sono desiderose di imparare e mi chiedono di mostrare loro come fare.
Io non ho una pagina professionale, l’ho sempre usato per me stessa, uno svago per vedere amici, foto e video, ma una volta finita la mia prigionia fuggirò al primo negozio di attrezzature elettroniche e potrò anche io rendermi alla pari degli altri artisti.
Realizzerò un mio profilo di lavoro, mostrerò cosa ho da offrire e creerò contatti virtuali e magari offrirò esperienze online su airbnb, webex etc.
Non si finisce mai di rinnovare sè stessi e di nutrire il proprio lavoro, il cerchio della vita è sempre in espansione e si intensifica grazie al contato tra le persone.
Tramite un profilo di una calligrafa ho partecipato a una iniziativa: tutti i calligrafi hanno postato con il proprio stile “io resto a casa”. Basta un piccolo gesto per farsi sentire e coinvolgere un Paese intero.
Sono al mio sessantesimo giorno di prigionia presso la mia casa. Ho fatto delle dirette su Facebook e Instagram.
In tutto questo tempo ho mostrato al mondo cosa so fare: la carta riciclata, cartoline con acquerelli, ho condiviso citazioni famose per far parlare i miei stati d’animo in stile calligrafico; sono felice piaccia e sono più sicura delle mie potenzialità.
La primavera è arrivata, la mia gatta Cleopatra ha con sè un bel fagotto di ben 3 piccoli bianchi peluche, che ho mostrato ai miei nuovi amici social.
Ho raccolto le prime fragole mature, che felicità, ciò che ho seminato ho iniziato a raccogliere!
I fiori son sbocciati, che profumi e che colori! Tutto sembra riprendere vita.
Ora non devo più avere appuntamenti per andare in balcone a vedere i vicini di casa, se mi affaccio li trovo già lì al sole a parlare a distanza. La gente inizia di nuovo a circolare, la prigionia non è più così dura, siamo un po’ come agli arresti domiciliari.
I miei amici li vado a trovare la sera nel weekend, a volte facciamo un aperitivo, il sabato italiano si ordina la pizza e arriva con consegna a domicilio, ma ognuno a casa sua!
Le video–chiamate di gruppo, che bella invenzione: anche se ogni tanto salta la connessione partono ore di chiacchiere e risate.
Giuseppe Conte, capo del Governo, ci annuncia che si riprenderà a lavorare a piccoli passi e che si potranno vedere i congiunti. Cerco sul dizionario cosa significhi la parola congiunto: sostantivo maschile, parente, familiare, persona con legame di sangue.
Che sospiro di sollievo! Con le dovute distanze potrò rivedere mio nonno!
Aspetta, e il mio fidanzato? Non può essere escluso dalla cerchia dei familiari, ho aspettato contro voglia tutto il tempo, occupandolo come meglio ho potuto e ancora non lo potrò vedere?
Che tortura! Uffa, aspetterò, ho superato tutto questo tempo ce la farò sicuramente ancora un po’. Ci sono le notti per farmi compagnia con le lacrimucce di tristezza, ma col sole alto poi passa.
Poi non sono sola, ho la mia famiglia, Cleopatra e i 3 nuovi batuffoli pelosi.
È meraviglioso l’effetto che gli animali hanno sulle persone, fanno una gran compagnia, ti vogliono bene per quello che sei e, anche se a volte sei distratta dai tuoi pensieri, loro sono sempre lì, non vanno via.
Lascio Cleo con le tre palline pelose da accudire e, munita di mascherina, guanti e con l’autocertificazione, vado a fare la spesa.
Un trauma ogni volta, la fila a distanza per entrare al supermercato. C’è chi chiacchera nel frattempo, chi chiama al cellulare, chi non ha nessuna precauzione, quelli sì mi fanno una rabbia. Un’ora dopo esser stata in piedi a fare la fila, posso fare la spesa, mi butto col carrello a fare scorta di tutto, pure per la micetta.
Domani è venerdì primo maggio e voglio fare un bel pranzetto da mostrare in videochiamata. Ho già in mente il menù.
Un’idea artistica mi piomba in mente, mi volto verso la parete, devo ridipingerla!
Apro Pinterest, adoro le immagini che postano, mi ispirano tantissimo e infatti trovo un motivo floreale da riprodurre sulla parete e al centro scriverò a pennello una frase che mi tenga sempre compagnia ”sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.
Perciò io resto a casa ma libero l’immaginazione. E nel frattempo al Tg dicono che domenica 3 maggio alle 18 ci si vede di nuovo tutti al balcone per un lungo applauso, per le famiglie, che hanno resistito e nonostante tutto ce l’hanno fatta, un’occasione in più per stringerci tutti come un grande abbraccio.
Certo avrei preferito un altro maggio, uno non così, ma tutto sommato non ho più voglia di lamentarmi e piangere su me stessa e su tutto quello che non va, la primavera si sente e si sente aria di libertà.
Conte ha precisato a Palazzo Chigi che i fidanzati, affetti stabili, equivalgono ai congiunti, che sollievo! Il 4 maggio è vicino, la mia prigionia sta per terminare.
In tutto questo frangente grigio ho capito che si riparte sempre da sè stessi, dalle proprie forze, se non ci metti tu i colori, la vita sarà sempre un film in bianco e nero, e io in questo cortometraggio ci ho messo di tutto, un pizzico di innovazione, introspezione, lavoro, relax, svago e passione.
Ho imparato che non si è mai soli anche se tutto ciò che vedi e senti sembra farti sentire il più solo in assoluto, ho accorciato le distanze attraverso i social, ho dato voce al mio lavoro, la mia arte, ora sono decisa a farla conoscere a più persone possibile.
Mi sono reinventata baby-sitter e ho viaggiato tra un libro e un altro. Attraverso le videochiamate ci siamo scaldati i cuori contro la nostalgia e contro la lontananza.
Sui balconi ci siamo finalmente conosciuti, messi a nudo e abbiamo condiviso i problemi di tutti, abbiamo tutti bisogno delle stesse cose, di conforto, unione e fratellanza, se solo ci ricordassimo di tenere a mente tutto questo pure quando si è sereni e ci si crede lontani dai veri problemi della vita.
Un ultimo applauso nei balconi, respiro a pieni polmoni, le nuvole bianche si muovono per il cielo lentamente e si sentono vicini uccellini che cantano, uno diverso dall’altro, e le farfalle si rincorrono innamorate portando meraviglia e buon auspicio in giro.
Dalle carceri si sprigiona energia positiva, calda, e con emozione penso ai miei affetti che potrò riguardare negli occhi..come al mio moroso, potrò rivederlo e sentire nuovamente la sua voce.
La mia prigionia in casa è durata fin troppo, ne esco più consapevole, cosciente, più responsabile di prima, più profonda, più sensibile, più ricca, sono una calligrafa ancora più determinata e ispirata e, ora come ora, con le farfalle che mi sconquassano tutto lo stomaco al solo pensiero di riprendere in mano la mia vita. E so che andrà tutto bene.