Domenica di Pasqua
Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 20, 1-9)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.[Ritorno a capo del testo]Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». [Ritorno a capo del testo]Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. [Ritorno a capo del testo]Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. [Ritorno a capo del testo]Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
A cura di Don Giovanni Nicolini, assistente spirituale delle Acli Nazionali, e di don Francesco Scimè, fratello presso la Famiglia della Visitazione a Bologna.
Nel passato più volte mi ero chiesto che significato avesse l’invito che abbiamo ricevuto con la nostra vocazione. Poi ho pensato alla preghiera che Gesù ci ha insegnato, senza scrupolo di verificare troppo il significato scientifico dei termini, con la coscienza che questo Pane quotidiano della Parola è diventato sempre più Pane e sempre più quotidiano. Con questo, la parola di Dio, grazie a Dio, è sempre stata meno una regola esterna, un insieme di precetti, e sempre più la sorpresa della nostra stessa storia. Non si tratta di regole, ma della Parola che, piano piano, giorno per giorno, ci rivela chi siamo e che cosa sia accaduto. Cosi, in questi giorni, la notizia di Pasqua è la scoperta, ogni volta confermata e approfondita, di quello che abbiamo ricevuto dalla paternità infinita di Dio. Dunque la scoperta di quello che noi siamo, perché noi siamo in realtà la vicenda di questa Parola, nella povertà della nostra carne, nella fragilità della nostra storia. Ma la parola di Dio è la verità di quello che noi siamo. Sia come amati da Dio, sia come figli suoi, sia anche come peccatori, sia come fratelli che non sempre riesco ad accogliersi nell’amore. E la parola cresce sempre, non si ascolta sempre la stessa parola. Quella parla è antica, eppure straordinariamente nuova. Allora non si tratta di un’avventura intellettuale, ma si tratta del profondo della nostra vita.
Il vangelo di oggi, domenica di Resurrezione, ci parla non tanto della Resurrezione di Gesù – questo è interessante – non c’è mai una descrizione del fatto della resurrezione di Gesù, ma di come la notizia di essa incontra le persone nella loro nella loro condizione, nel loro oggi: e infatti la parola sempre ci sorprende, cosi come siamo nel punto della nostra vita in cui ci troviamo. E cosi oggi quest’inizio del Vangelo secondo Giovanni ci parla di tre persone, Maria di Magadala, Pietro e Giovanni, sorprese da questa notizia che poi non è neanche, a dir la verità, la notizia della resurrezione. E’ semplicemente di un sepolcro trovato vuoto. E in Maria questa notizia diventa sgomento, diventa perplessità, diventa ansia di correre e andare a riferire agli altri. Andare a riferire non più soltanto la sua esperienza di un sepolcro trovato vuoto, ma di come questa vicenda sia diventata anche qualcosa che prende i suoi sentimenti e la porta a dire cose che non erano legate all’avvenimento in sè: “hanno portato via il signore dal sepolcro, e non sappiamo dove l’hanno posto”. E lo stesso sgomento copre anche i due discepoli, Pietro e il discepolo amato del Signore, che si mettono anch’essi a correre per andare a vedere. E’ interessante anche l’estrema semplicità e modestia dei sentimenti di questi due discepoli che, dice il Vangelo, non avevano ancora compreso la scritture. E’ come se la notizia della resurrezione colpisse tutti in una situazione di difficoltà della vita e della fede, e tutti fossero richiamati a riconoscer questa loro porta è a partire da questa notizia rinnovare la loro vita.