Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, dopo che ebbero crocifisso Gesù, il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio. tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Oggi sarai con me in paradiso
A cura di don Giovanni Branco, accompagnatore spirituale Acli Caserta
Per una riflessione a partire dal messaggio del Santo Padre Francesco in occasione della III Giornata Mondiale dei Poveri
di don Gianni Branco
Uno spettacolo che continua
Siamo giunti alla conclusione di questo messe le cui liturgie domenicali sono state rilette alla luce delle parole illuminate che Papa Francesco ci ha consegnato nel messaggio per la Giornata Mondiale dei Poveri. La solennità di Cristo Re dell’Universo ci offre l’opportunità di rivisitare il percorso fatto e rilanciarlo in prospettiva dell’Avvento.
Prendiamo le mosse proprio dal messaggio: “Come non evidenziare che le Beatitudini con le quali Gesù ha inaugurato la predicazione del regno di Dio si aprono con questa espressione: «Beati voi, poveri» (Lc 6,20)? Il senso di questo annuncio paradossale è che proprio ai poveri appartiene il Regno di Dio, perché sono nella condizione di riceverlo”. Ed è proprio lo spirito delle Beatitudini che si respira nella pagina del Vangelo di questa domenica nella quale si erge vittoriosa la Croce Gloriosa di Cristo davanti alla quale ciascuno è chiamato a prendere posizione.
Come nelle rappresentazioni sceniche, anche la crocifissione di Gesù racconta le prospettive dei diversi personaggi. Attraverso le pagine dei Vangeli cogliamo i tratti psicologici e le scelte politiche di ciascuno di essi: impegnati nella difficile arte della diplomazia o consumati dalla sete di potere, inutilmente sadici o cinicamente spettatori, protagonisti presi dalla paura e comparse distratte dalla vita. Ma accanto a tanta umanità che mostra tutto il peso del peccato e delle fragilità della natura, si stagliano anche figure di donne e uomini che fanno la differenza. Si tratta di coloro che spesso sono definiti poveri nel vangelo: una donna che si commuove, un passante che sostiene, una amica che accompagna…
Uno spettacolo che non è lontano da quanto accade ancora oggi per i tanti poveri crocifissi dalla storia. “Passano i secoli – scrive Francesco – e quella beatitudine evangelica appare sempre più paradossale; i poveri sono sempre più poveri, e oggi lo sono ancora di più. Eppure Gesù ha inaugurato il suo Regno ponendo i poveri al centro, vuole dirci proprio questo: Lui ha inaugurato, ma ha affidato a noi suoi discepoli, il compito di portare avanti, con la responsabilità di dare speranza ai poveri… Ne va della credibilità del nostro annuncio…”.
Il Regno che viene
Gesù lo aveva detto con chiarezza: il Regno non è questione di beni materiali, cibi o bevande, ma di spirito che aderisce ad un progetto salvifico del Padre. Questa dicotomia esplode proprio nel momento supremo della Croce quando i due malfattori ai lati di Gesù, Re dei Giudei, sono chiamati a prendere posizione. Entrambi sanno di essere crocifissi accanto ad un uomo importante, uno che, secondo l’accusa, si “era fatto re dei Giudei”, che aveva annunciato in lungo e in largo un regno nuovo e raccolto donne e uomini per costruirlo. Ma la loro posizione è antitetica. Il ladrone cattivo è ancora ancorato ai regni del mondo e alle loro logiche, è imprigionato dalla cupidigia che diventa ironica, è chiuso all’orizzonte del cielo. L’altro, invece, si lascia attraversare da una nuova luce e, in un momento di estrema lucidità, riconosce le sue scelte sbagliate, accetta come giuste la le relative conseguenze, chiede salvezza. Quanto entrambi comprendessero del regno di Dio non è dato saperlo, certo è che di fronte alla morte hanno scelto di percorrere strade diverse. E il buon ladrone si è schierato dalla parte del Povero, uomo dei dolori. “È necessario un cambiamento di mentalità per riscoprire l’essenziale e dare corpo e incisività al regno di Dio… agli occhi del mondo appare irragionevole pensare che la povertà e l’indigenza possano avere una forza salvifica… con gli occhi della fede la si vede all’opera e la si sperimenta in prima persona”. Oggi più che mai solo da questa conversione ai poveri, epifania vivente del Cristo crocifisso e risorto, scaturisce la salvezza: “In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso”.