Subito un tavolo sulle povertà per una efficace rete di sostegno. Lo chiede il presidente delle Acli di Potenza Emanuele Abbruzzese: “Verifichiamo la carta Sia e mettiamo in rete il Terzo settore per frenare l’impoverimento delle famiglie”.
“Una prima analisi dei dati Isee calcolati dal servizio fiscale delle Acli di Potenza – aggiunge Abbruzzese – ci dice che è urgente un intervento complessivo di sostegno ai nuclei familiari in difficoltà”.
“Stiamo elaborando i dati per avere una fotografia più completa – dice Abbruzzese – ma l’evidenza è sotto gli occhi di tutti: le famiglie potentine continuano a soffrire la crisi e occorre che tutte le forze scendano in campo in maniera sinergica. Dal settembre dello scorso anno era possibile richiedere la carta Sia (Sostegno per l’inclusione attiva): a sette mesi dalla sua introduzione serve un primo bilancio di cosa ha funzionato e di cosa invece va migliorato. Ma se la carta Sia incide solo sui casi estremi, è necessario anche intervenire sullo scivolamento verso la povertà di quei nuclei che fino a qualche anno fa rappresentavano il ceto medio: l’impoverimento va frenato ed il Terzo settore è pronto a fare la sua parte”.
La soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti è pari a 1.050 euro mensili. Secondo i dati Istat, in Basilicata è in condizioni di povertà relativa circa una famiglia su quattro. Questo 25%, superiore alla media del Mezzogiorno di quasi cinque punti percentuali, porta la Basilicata al terzo posto delle regioni più in difficoltà, superata solo dalla Calabria con il 28,2%, e dalla Sicilia con il 25,3%.
“Se non si prova a ricostruire le condizioni per una vita più agevole – prosegue Emanuele Abbruzzese – non si riuscirà nemmeno a fermare la piaga dello spopolamento, che sembra inarrestabile. I nostri circoli possono testimoniare come in questi anni, a causa delle difficoltà economiche, sia continuata l’emigrazione verso zone più benestanti del Paese, con conseguente chiusura di uffici postali, farmacie ed altri servizi essenziali, sempre più concentrati in pochi Comuni.” Ogni giorno nelle sedi Acli, gli operatori ed i volontari dell’associazione ascoltano storie difficili e dolorose offrendo le risposte possibili: è necessario che si crei una vera e proprio rete di assistenza e supporto”.