Meno domande del previsto, file ordinate e 6000 domande compilate. È questo il bilancio dei primi due giorni di richieste del Reddito di Cittadinanza nei Caf ACLI di tutta Italia. “Siamo soddisfatti, soprattutto perché non si sono create file – queste le parole di Paolo Conti, Direttore Generale Caf ACLI – . Questi primi giorni i nostri Caf, i primi a partire, hanno davvero accolto tutti, visto che, contrariamente a quanto avviene di solito, sono stati aperti sportelli dedicati dove fare richiesta del nuovo sussidio senza bisogno di prendere appuntamento. Dalla prossima settimana inizieremo con le prenotazioni, abbiamo già 12mila appuntamenti”. In tutta Italia però l’impressione è la stessa, e cioè che ci siano state in queste prime 48 ore meno domande rispetto a quelle che effettivamente ci si aspettava, non solo per gli annunci dei media ma soprattutto per il numero di Isee (l’indicatore della situazione economica necessario per fare la richiesta del Reddito di cittadinanza) che erano stati compilati nelle sedi dei Caf. “Noi avevamo ragionato in base ai circa 18mila Isee fatti, di cui il 40% con un valore idoneo alla richiesta del sussidio, e quindi ci aspettavamo un afflusso ben diverso dalle 70 domande di Reddito di cittadinanza che sono state fatte a Milano, Monza, Brianza e provincia – racconta il Direttore generale dei Caf Acli di Milano, Monza, Brianza e provincia, Luca Fontana – . Sicuramente ci aspettiamo un aumento delle domande nei prossimi giorni, visto che abbiamo fissato già 500 appuntamenti, anche perché c’è tempo fino al 31 marzo”. Quello che ci raccontano i dati è che nella prima data utile per fare richiesta di Rdc si sono presentati coloro che erano veramente bisognosi, molti dei quali già titolari di Rei (il Reddito di inclusione sociale riservato ai cosiddetti poveri assoluti). “Si sono presentati gli ultimi tra gli ultimi – ha detto Paolo Conti – molti ci hanno chiesto se una volta firmata la domanda si rischiava di perdere il sussidio e rimanere scoperti finché non fosse arrivato il Reddito di cittadinanza. In questi giorni invece si stanno prenotando i poveri del ceto medio, ai Caf ACLI sono già arrivate 12mila richieste di appuntamento che cominceremo a trattare lunedì”. Le domande sono state omogenee, la stessa quantità per il Nord, il Centro e il Sud anche se, considerando che le sedi del Caf ACLI sono più numerose nel Nord Italia, la domanda proveniente dal mezzogiorno è proporzionalmente più alta.
“La situazione è stata sempre sotto controllo – racconta Luigi Pierini , Direttore dei Caf ACLI di Macerata e provincia – anche se ci aspettavamo una ressa. C’è stata una bella percentuale di giovani e comunque la maggioranza dei richiedenti è venuta qui anche con la speranza di essere presto reimmessa nel mercato del lavoro. Pochissime infine le richieste di pensione di cittadinanza, e questo credo perché i requisiti per richiederla sono davvero restrittivi”.
“Non c’è stata alcuna fila, forse perché i media hanno contribuito un po’ a spaventare tanti cittadini e poi anche perché molte persone, titolari di Rei, hanno paura (ignorando forse il doppio percorso previsto dalla norma) di perdere il Rei e di essere costretti a firmare il cosiddetto patto di lavoro”. Così il Direttore dei Caf ACLI di Ragusa e provincia, Antonio Leggio, racconta i primi giorni di richiesta del Reddito di cittadinanza nel paese siciliano: “è difficile promettere lavoro in un posto in cui la disoccupazione è altissima, il primo pensiero che si fa è che si è costretti ad andare a lavorare fuori, con tutto quello che comporta, e cioè dei costi aggiuntivi che di fatto cancellano il beneficio più grande del Reddito di cittadinanza che è l’aumento delle risorse finanziarie”.
Nelle prime 6mila domande giunte ai Caf ACLI la percentuale degli stranieri è stata molto alta, circa il 25% “È una percentuale destinata a diminuire nei prossimi giorni – ha spiegato il Direttore generale, Paolo Conti – perché gli stranieri sono venuti tutti e subito, e, devo dirlo, in maniera molto ordinata. È difficile trovare uno straniero che si sia presentato senza conoscere la procedura e senza essere in possesso dei documenti giusti: chi viene a chiedere il Reddito di cittadinanza ha già svolto altre pratiche burocratiche, è abituato a stare in fila, a rivolgersi agli sportelli giusti”. Le richieste fatte sono venute per la maggior parte da nuclei di almeno due persone, mentre per quanto riguarda i single (15% del totale delle domande) sono nella stragrande maggioranza dei casi uomini, italiani con un’età compresa tra i 45 e i 65 anni. Per quanto riguarda invece la percentuale di donne single, sono per il 90% straniere, e per la maggior parte dell’est europeo.