“Celebriamo San Giuseppe lavoratore ricordandoci sempre che il lavoro è un elemento fondamentale per la dignità della persona”, con queste parole Papa Francesco ha celebrato il primo maggio scorso la festa di San Giuseppe lavoratore.
Non è la prima volta che il Santo Padre si esprime in favore del lavoro e soprattutto della sua dignità, in linea con i suoi predecessori e con la dottrina sociale della Chiesa, a cominciare dall’enciclica Rerum Novarum (1891) di Leone XIII fino all’impegno di Paolo VI per i lavoratori e al documento Laborem exercens (14-09-1981) di Giovanni Paolo II, in cui si rimetteva il lavoro al centro della vita sociale, considerandolo sì un dovere e un diritto, ma anche e soprattutto un bene, l’attività umana per eccellenza.
Papa Bergoglio ha considerato il lavoro una priorità assoluta fin dall’inizio del suo pontificato, come si legge in alcuni passaggi dell’Evangelii Gaudium, la sua esortazione apostolica: “Nel lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita”.
Per approfondire il significato profondo di questi quattro aggettivi, le Acli di Piacenza hanno organizzato per oggi l’incontro pubblico “Il lavoro dignitoso: libero, creativo, partecipativo, solidale”, presso l’Aula Magna del Seminario Vescovile, in collaborazione con l’Azione Cattolica, il MEIC-Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale e l’associazione Città dell’Uomo.
Sono previsti gli interventi del Vescovo di Faenza-Modigliana Monsignor Mario Toso e del Vescovo di Piacenza-Bobbio Monsignor Gianni Ambrosio. Introdurrà il seminario il professor Paolo Rizzi, dell’Università Cattolica di Piacenza.