Livio Labor: l’omaggio delle Acli al grande aclista e politico “difensore dei deboli” a INS2018

La storia, la politica, la società e la cultura di un Paese spesso si plasmano, tracciano percorsi, compiono svolte, grazie alle personalità che le hanno attraversate, alla vita che hanno vissuto, ai valori che hanno fatto propri, alle idee per cui si sono battuti e che hanno divulgato.

Livio Labor, politico, sindacalista e indimenticato presidente delle Acli, è innegabilmente una delle grandi personalità che hanno attraversato il ‘900: una vita, una storia che hanno indicato una strada e lasciato un segno importante nel mondo cattolico, del lavoro, del sindacato, contribuendo in maniera importante a delineare la presenza cattolica nel dibattito politico e sindacale.

Labor fu presidente delle Acli dal ’61 al ’69, anni cruciali e di grandi cambiamenti per il nostro Paese, in cui andava esaurendosi il collateralismo tra la Democrazia cristiana e il mondo cattolico e per le associazioni laiche si poneva il problema della scelta di collocazione culturale e politica a seguito dei grandi cambiamenti maturati nella Chiesa, con i pontificati di Giovanni XXIII e di Paolo Vl e il lavoro innovativo del Concilio Vaticano II.

Le Acli dedicano a Labor una sezione importante del prossimo 51mo Incontro Nazionale di Studi “Animare la città”, che si svolge dal 13 al 15 settembre a Trieste, la nostra città “mitteleuropea” per eccellenza, con cui ha avuto un rapporto speciale: triestino era suo padre Marcello, medico, letterato e infine sacerdote (proclamato nel 2015 venerabile dalla Congregazione per le Cause dei Santi), a Trieste e Pola il piccolo Livio trascorse la giovinezza e studiò.

A un secolo dalla nascita, il senso del suo percorso politico e umano, le sue battaglie, sono sempre attuali e fonti di ispirazione per un’associazione che nella presenza sui territori e nell’azione continua e instancabile accanto ai lavoratori, nello spirito cristiano che è alla base della sua identità, trovano la ragione profonda del loro agire:“Le ACLI […] sono un gruppo di iniziativa sociale cristiana nel mondo del lavoro, un gruppo di pressione sociale e di influenza ideologica e culturale. Esse svolgono un’azione infra-statuale, che si muove nella trama del tessuto sociale, al di sotto e a fianco delle istituzioni […]. In questo modo contribuiscono a far maturare il metodo e il costume democratici dei lavoratori cristiani e in tutto il complesso mondo dei cattolici italiani; nel tempo stesso esse forniscono ai lavoratori cristiani una effettiva rappresentanza politica” (Azione Sociale, 1962). Perché, se è vero che “gli uomini passano ma le idee restano”, le idee di Livio Labor sono oggi ben vive nel Dna delle Acli, che a lui hanno dedicato non a caso la “Scuola centrale di formazione Nazionale”, come a dire che non si prescinde dal suo insegnamento, dalla strada che ha indicato, dalle sue idee, sempre attuali.

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LABOR E I GIOVANI

La formazione e le nuove generazioni furono temi che ebbe sempre a cuore, sostenne convinto la necessità di coinvolgere i giovani nella vita democratica e civile del Paese, a partire dal diritto di voto: “Parlare di partecipazione senza parlare dei giovani lavoratori, di tutti i giovani, significa eludere uno degli aspetti fondamentali di un rinnovamento sostanzialmente democratico del nostro Paese”, convinto che “I giovani non sono tutti e sempre come ci appaiono dai giornali, dai rotocalchi, dalle inchieste televisive, cioè il prodotto preoccupante di una società del benessere, che tutto massifica e tutto appiattisce con la forza delle sue inderogabili leggi. Esistono oggi nel Paese milioni di giovani, per così dire, in attesa” (Relazione al X Congresso Nazionale Acli – Roma, 1966).

LABOR E L’EUROPA

L’Europa fu un altro argomento al centro delle sue analisi e del suo impegno: rileggendo oggi i suoi scritti e discorsi colpisce l’attualità del suo pensiero sul tema europeo, l’averne intuito e anticipato evoluzioni e criticità. Lasciamo idealmente alle sue parole un commento datato 1963 sull’Europa, parole che potremmo facilmente riferire all’oggi: ”Nell’attuale fase di difficoltà delle istituzioni comunitarie esistenti e contro i ricorrenti attacchi degli ambienti nazionalisti, il fronte dell’europeismo integrale non può opporre che poche e disperse forze. L’Europa come entità politica non esiste ed il suo posto sulla scena mondiale è vuoto. Né le politiche nazionali dei singoli, anche di quelli che si reputano più potenti, o le intese bilaterali possono colmarlo. Gli europei stanno perdendo un’occasione forse unica di fornire al mondo, non solo un esempio di concordia e di superamento di rivalità secolari, ma anche di organizzazione moderna e democratica del potere su una vasta area geografica abitata da popoli di cultura diversa.”. (Relazione al IX Congresso Nazionale Acli – Roma, 19-22/12/1963).

Di questi e di molti altri aspetti della storia personale, intellettuale e politica di Livio Labor si parlerà, nell’ambito dell’Incontro Nazionale di Studi, alla tavola rotonda moderata dal presidente delle Acli Nazionali Roberto Rossini che dialogherà con il giornalista Willy Labor, figlio di Livio, e il politico Gennaro Acquaviva.[vc_video link=”https://youtu.be/qZlUeL-RGuI”]