Il garage di via Montalcini, quello che i terroristi delle brigate rosse hanno raccontato essere stato il luogo dove il presidente Aldo Moro è stato ucciso 55 giorni dopo il suo rapimento, non può aver ospitato il tragico epilogo così come è stato raccontato dai brigatisti. In attesa delle conclusioni dei Ris, che a distanza di 39 anni sono tornati sulla scena del crimine, Giuseppe Fioroni, presidente della seconda commissione d’inchiesta sul rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, si è sbilanciato: “Il racconto dei brigatisti non regge”.
Una novità clamorosa, sia per la portata della notizia sia perché giunge a quasi 40 anni dal delitto del Presidente della Dc. Una novità che ha aperto il convegno “ Via Caetani, 1978. Quale verità?” organizzato dalle Acli presso la sala Igea dell’Istituto della Enciclopedia italiana.
Tra i relatori del convegno Paolo Cucchiarelli: “Il caso Moro è stato trattato più come un caso politico che come un caso di omicidio, ma è a tutti gli effetti un omicidio.” Per il giornalista dell’Ansa, autore del libro “Morte di un presidente” proprio sul caso Moro “sono state fatte cose assolutamente illogiche che hanno soltanto una spiegazione politica”.
Secondo il presidente nazionale delle Acli Roberto Rossini “C’è un prima e un dopo Moro. Il caso Moro ha effettivamente segnato un passaggio nella storia della Repubblica. A noi interessava questo passaggio, abbiamo pensato che poteva essere interessante, in un momento in cui sta nuovamente cambiando il contesto politico, approfondire e riflettere su quegli accadimenti e sulle motivazioni che li determinarono”.
I lavori del convegno si sono aperti con il saluto del presidente delle Acli di Roma Lidia Borzì che ribadisce che “si ha il dovere di fare chiarezza sulla vicenda politica di un uomo che era un visionario e che forse avrebbe potuto cambiare le sorti del Paese”.
In quegli anni il presidente nazionale delle Acli era Domenico Rosati (1976-1987), che è intervenuto al convegno portando, con emozione, il suo contributo al tema: “Col terrorismo si conviveva da tempo, ma non si immaginava che potesse giungere a tanto. […] Ad un giornalista che mi domandava seppi solo rispondere, quasi d’istinto: “Hanno eliminato il timoniere”.
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