Si chiama “QuOrto” ed è un orto-giardino comunitario nato dal recupero da parte die cittadini di un’area degradata di circa 6.000 mq a Quarto Oggiaro, periferia di Milano, con il supporto delle ACLI Milanesi.
Uno spazio-bene comune restituito alla cittadinanza, attraverso la creazione di particelle singole per la coltivazione degli ortaggi assegnate agli abitanti e un’area dedicata alla coltivazione condivisa e alla realizzazione di laboratori e attività per bambini, anziani e ragazzi.
Oggi l’orto urbano occupa circa 600 mq, ma il resto dell’area, grazie all’intervento dell’ente proprietario e di cittadini e organizzazioni del quartiere (associazioni, scuole professionali), è stato messo in sicurezza ed è sottoposto a periodica manutenzione e cura del verde.
QuOrto nasce nell’ambito di Semi di Comunità, progetto di coesione sociale avviato nel 2013 grazie al supporto di Fondazione Cariplo.
“QuOrto è oggi, prima di tutto, come dice il suo stesso nome, un orto, ovvero un luogo in cui in un territorio di periferia metropolitana ad alta urbanizzazione, che non troppi decenni fa era “campagna”, è possibile rientrare in contatto con la terra, con i suoi prodotti. Allo stesso tempo è un luogo in cui coltivare relazioni, incontrare e conoscere altre persone, collaborare, contribuire insieme al miglioramento ambientale del proprio territorio, vedere, letteralmente, i frutti del proprio impegno”, spiegano in una nota le Acli.
“Condividere” è la parola chiave del progetto: uno spazio comune, regole di comportamento e gestione, progetti, insomma un’occasione per conoscersi e fare gruppo.
Tra gli obiettivi anche alleviare situazioni di povertà e vulnerabilità educativa, alimentare e di salute, con particolare attenzione ai minori, alle loro famiglie e agli anziani soli.
QuOrto infatti non è frequentato solo dagli ortisti, ma ospita eventi, presentazioni di progetti e iniziative, laboratori educativi aperti alla cittadinanza, con particolare attenzione alla divulgazione di corretti comportamenti di consumo, stili di vita più sani e sostenibili in termini ambientali e sociali.
“L’interesse degli abitanti di Quarto Oggiaro è stato decisamente superiore alle nostre aspettative – spiegano le Acli milanesi -. I primi cittadini con cui siamo entrati in contatto sono stati coloro che vivono più vicino all’area, ma ben presto le richieste sono aumentate e provengono da tutto il quartiere. Oggi siamo costretti a una lista d’attesa, non potendo al momento, per ragioni di risorse, ampliare l’area coltivabile. L’orto urbano si è inoltre rivelato un dispositivo capace di attrarre persone che non appartenevano ai circuiti dell’associazionismo e del volontariato, alcuni giovani, molte donne. Ci piace pensare che, al di là di un’esperienza personale, in questo modo hanno deciso di giocarsi un proprio ruolo per la vita del quartiere, per il bene comune dei suoi abitanti”.