“Proviamo a fare quello che i nostri politici in Bosnia-Erzegovina non riescono a realizzare,” dice Emir Sedić, ex calciatore, allenatore e coordinatore locale di Football No Limits: “Unire i giovani usando il linguaggio del pallone, senza badare a quale religione professino o quali siano le loro origini familiari”.
Il progetto Football No Limits, giunto alla terza edizione, si prepara alla nuova carovana sportiva della prossima estate: sono oltre 1.500 i bambini e le bambine che l’ong Ipsia, con il patrocinio dell’US Acli, si propone di raggiungere anche nel 2018 con questo grande campus in movimento che visiterà 8 località della Bosnia-Erzegovina, usando il calcio e lo sport per superare le barriere sociali e culturali.
Il progetto sportivo itinerante chiama a raccolta i suoi “tifosi” con un crowdfunding (fino al 15 giugno) che finanzierà Football No Limits 2018 e renderà possibile anche la realizzazione di un percorso formativo per allenatori locali e persone impegnate nell’educazione sportiva. Il Campus itinerante: dal 28 luglio al 7 agosto, circa 20 volontari, locali e italiani qualificati, offriranno gratuitamente una giornata di calcio e attività sportiva a bambini tra i 6 e i 14 anni, che hanno poche possibilità economiche, abitano in aree rurali o appartengono a gruppi vulnerabili della Bosnia Erzegovina.
“Due anni fa con Emir, la mente bosniaca del progetto ed ex calciatore professionista, abbiamo immaginato qualcosa che andasse oltre i soliti quattro calci al pallone – racconta Daniele Socciarelli, responsabile di Ipsia per FNL – Volevamo usare il calcio come modello inclusivo, in un territorio dove di divisioni si parla troppo spesso. E quando si parla di sport, la mente può davvero andare oltre ogni ‘limite’: così è nato Football No Limits”.
L’obiettivo è superare le barriere culturali che ancora oggi esistono in Bosnia Erzegovina, promuovendo il diritto all’aggregazione e alla socializzazione, ad un crescita sana e ad un corretto sviluppo educativo.