Le elezioni presidenziali francesi sono il primo appuntamento elettorale importante dopo l’aggressione russa all’Ucraina, ed è importante che non vi sia stato alcun testa a testa, ma una chiara prevalenza, sia pure in termini relativi, del Presidente Macron.
Piaccia o meno, il nome di Marine Le Pen è ancora sinonimo di intolleranza, di discriminazione etnica e religiosa, di antieuropeismo e di sospetta vicinanza alla dittatura di Mosca.
Il fatto che pressoché tutti i candidati sconfitti di sinistra e della destra repubblicana abbiano chiamato i loro elettori a convergere su Macron (o a non votare Le Pen) testimonia la forza degli anticorpi democratici nella società francese.
Il crollo dei partiti tradizionali è verticale e le ipotesi di convergenze elettorali sono tutte affondate in questi mesi di preparazione al primo turno. Sono segnali chiari di quanto sia cruciale oggi il ruolo di chi prepara all’impegno politico: le Acli sono presenti anche in Francia, e saranno mobilitate per il secondo turno, perché la partecipazione democratica non venga a mancare in un appuntamento con la storia che non va sottovalutato.
Maria Chiara Prodi – Presidente Acli Francia
Matteo Bracciali – Vicepresidente FAI