“Cosa ne sarà del lavoro delle donne dopo questa emergenza? La situazione che stiamo vivendo non ha precedenti anche perché il nostro paese, prima della crisi, era già penultimo in Europa per tasso di occupazione femminile – ha dichiarato la Responsabile del Coordinamento Donne delle Acli, Agnese Ranghelli – e i segnali da parte del nostro Governo riguardo le donne non sono incoraggianti: nella fase 2 molte competenze e professionalità del mondo femminile non sono state coinvolte, nonostante nei fatti la presenza delle donne in prima linea nella battaglia contro il virus sia cospicua e importante, a partire dall’ambito sanitario. La richiesta di un maggior coinvolgimento è rafforzata dai dati: infatti, anche dagli ultimi dati pubblicati dal Word Economic Forum, risulta che il coinvolgimento delle donne potrebbe migliorare la competitività economica. Quest’ultima può essere accresciuta conseguendo un migliore equilibrio tra i generi nei posti di responsabilità e solo le economie che riusciranno a impiegare tutti i loro talenti riusciranno poi a riprendersi e a prosperare.
Le fasi da affrontare per uscire dall’emergenza saranno ancora tantissime, perciò auspichiamo che ci sia una inversione di rotta perché non abbiamo bisogno di uomini soli al comando ma di persone, donne e uomini, che sappiamo lavorare per ricostruire e migliorare la comunità. Tutti sono chiamati a concorrere alla rinascita del Paese e del lavoro!
In tutte le culture il lavoro è la base del sistema economico e nella nostra Costituzione è anche a fondamento della Repubblica e del suo progresso, che riguarda donne e uomini.
Come donne Acli, con l’ausilio dell’Iref, – ha concluso Ranghelli – vogliamo fare il punto della situazione in questa fase emergenziale, anche in merito al lavoro, attraverso un sondaggio che lanceremo nei prossimi giorni”